lunedì 17 aprile 2023

Ti tengo una mano

 Ti tengo una mano mentre dormi. Una soltanto, appena appena, così con l'altra ti scavi nell'inconscio.

(da Ombelicale, di Andrés Neuman, trad. di Silvia Sichel)



martedì 20 agosto 2019

La pattumiera e la poltrona



La pattumiera e la poltrona 
(Esopo 2019)

Poubelle sous le fauteuil.
La pattumiera sotto la poltrona.

Ha una sua grazia. E però cosa fa la pattumiera sotto la poltrona? Gioca uno scherzetto a una traduzione ballerina. Ma è una  traduzione ballerina  o si è trattato di mancanza di spazio sulla targhetta? O è una traduzione ballerina e in più ci si è messo lo spazio tiranno?

Conquistiamo lo spazio e rispettiamo la lingua.
Via l'articolo:
Poubelle sous le fauteuil.
Pattumiera sotto la poltrona. (Ma forse voleva essere La pattumiera è sotto la poltrona. Questioni di spazio...)
Mmm, ma quella pattumiera...

E allora:
Poubelle sous le fauteuil.
Cestino dei rifiuti sotto il sedile. (Si tratta di un treno.)

Oppure:
Poubelle sous le fauteuil.
Cestino della carta sotto il sedile.
Contenitore dei rifiuti sotto il sedile.

Troppo lungo?
Cestino sotto il sedile.
Ma che cestino, poi?

E via dicendo.

Ogni traduzione, anche la più ballerina, ha una sua storia.

venerdì 6 luglio 2018

sabato 23 dicembre 2017

Classificazioni


Quest'anno ho tradotto da due lingue molto lontane tra loro un romanzo ispirato a (orribili) fatti di cronaca, un giallo, un'autobiografia, una raccolta di racconti brevi. Ricomincio con un giallo, poi ci sarà un romanzo che nasconde elementi biografici dell'autore, e così via. Schizofrenia da traduttore: la varietà come elemento  dirompente del sistema periodico professionale. 

giovedì 26 gennaio 2017

Ammantarsi di parole

Ho cominciato, in questa fine di gennaio, un lungo lavoro di revisione sui testi di un classico e ho deciso di tenere un diario in cui appuntare dubbi, difficoltà, emozioni, scoperte. Non proprio un diario di lavoro, come faccio a volte con le mie traduzioni, ma piuttosto un diario di bordo. Il gennaio del 2016 è stato un mese durissimo. Nel gennaio del 2017 parto per questo nuovo viaggio. Per farlo indosso un vestito diverso. Via quello lugubre dell'amarezza. Via quello luccicante  del trapezista che si tuffa nella rete. Il vestito più adatto è quello sobrio della lettura profonda.  Devo sentirmi elegante perché ogni libro che affronto, da lettore, revisore, traduttore,  più che una riflessione è un riflesso:   l'immagine, che mi rimanda lo specchio, delle mie lacune, le mie competenze, le mie intolleranze. 
Sul percorso,  incontrerò personaggi e generi diversi, saggi e opere di finzione, ma quel che voglio trovare davvero è il tessuto della scrittura, cucirlo e indossarlo come un mantello.

martedì 30 agosto 2016

L'armadio segreto

Uno dei miei rifugi segreti, da bambina, era un armadio a muro in casa della zia. Ci entravo per starmene a leggere in pace i fumetti dello zio (Diabolik, Lando Tre Palle, Il comandante Mark, Zagor), che li teneva nascosti lì dentro,  e l'Enciclopedia della donna della zia, messa in bella mostra su una mensola vicina.  A quelle letture affiancavo Piccole donne di Louisa May Alcott (non potrò mai perdonare a Jo di essersi tagliata i capelli),  la Divina Commedia  con le illustrazioni di Gustavo Doré, edizione allora  di moda, che non capivo ma che mi affascinava per dimensione, carta patinata, parole sconosciute e immagini cupe. Aveva anche un buon odore colloso. Poi sono passata a Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (per anni il mio libro preferito) e La pelle di Curzio Malaparte, che mi fulminò con l'episodio della vergine di Napoli. Questi due volumi li avevo trovati rovistando nello scatolone magico di una vicina di casa, maestra anziana in pensione e giramondo, che aveva insegnato nei territori che agli inizi degli anni settanta, epoca delle mie incursioni, facevano parte della Jugoslavia. Poi sono arrivati i romanzi di mia madre (lettrice accanita) e con loro  Emma di Jane Austin e Il mulino sulla Floss di George Eliott. Sono cresciuta, in poche parole, leggendo disordinatamente e senza controllo. Letture per adulti e per ragazzi. Ma siccome le interpretavo con uno sguardo di bambina poco maliziosa e molto fantasiosa, per me erano  comunque letture per ragazzi.   

domenica 3 luglio 2016

Post irrisolto


Mi rendo conto che Facebook mi ha distolto dal blog. Peccato. Questo mio blog corsaro che legge solo chi capita di qui per caso e vuole sprecare un momento, questo diario di bordo che è  racconto frammentato e velleitario, narrazione fine a se stessa di cose minime, richiede tempo. Tempo per essere scritto, tempo per essere letto. Facebook che si affida più alle immagini che alle parole, è una spugna, una vetrina che avvince, spreca, consuma. Utile, comodo, ma alle cose comode ci si abitua, non ci si affeziona.